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domenica 24 luglio 2011

Santa Cristina (è solo quello che c'è scritto sul calendario).

Profuma di pioggia e di vento, fuori in giardino. Brividi, brividi lungo la schiena, brividi di freddo il 24 di luglio non pensavo di poterli provare. L'unico rumore che si sente è il frusciare delle foglie e qualche grido, in lontananza, qualche moto che passa.

Adesso quei rincoglioniti dei vicini rovinano l'idillio coi fuochi d'artificio per chi sa quale cazzo di inutile compleanno ma è così, mi tocca, non c'è e non ci può essere vera poesia nella mia vita.

Sono sola, sola come sempre, sola come da 24 anni a questa parte (e oggi il 24 mi perseguita). Non è del tutto colpa mia. In gran parte, ma non del tutto. Forse avrei dovuto abbassare di molto le mie pretese. Lo faccio ora: in questo momento mi basterebbe avere accanto una persona che ascolta insieme a me Verranno a chiederti del nostro amore e magari si commuove, ecco. È comunque troppo? Mi toccherà ripiegare sulle donne?

Mentre scrivo le formiche mi invadono il tavolo e quindi la poesia va definitivamente a farsi benedire, e anche tutte le cose tristi e livorose che volevo scrivere sulla Norvegia e sul coglione che apre il fuoco in un campeggio di adolescenti.

Ma tanto il dolore che provo è ineffabile, e non sarei riuscita a scriverne comunque.

martedì 19 luglio 2011

Post arretrato, ovvero: bella Roma, sì, ma Alemanno ha rotto il cazzo.

...perché può succedere, a Roma dico, può succedere che un quarto d'ora a piedi e sei in un posto che sembra una sagra di paese ma è a Roma, non troppo lontano dal centro, una sagra di paese a piazzale del Verano, e stasera ci sono "i Tre Allegri Ragazzi Morti dal vivo al cimitero del Verano" (non c'è niente da fare, se la dico ad alta voce mi fa ancora ridere), si pagherebbe cinque euro ('sti stronzi, tutta la stagione gratis e proprio stasera si paga cinque euro) ma noi ce li sentiamo da fuori, con le birre portate da casa, da pezzenti doc quali siamo, che concertone ahò. Può anche succedere che il tizio, là, la sechiuriti, ti veda con la Peroni da tre quarti in mano e sono le undici e dieci di sera, e ti faccia nonnonnò col ditino, perché c'è un'ordinanza della minchia che siccome che noi siamo salentino-siculo-fondane non ce lo ricordavamo mica, e facciamo il labbro tremulo al tizio, che siamo tre gentili pulzelle, e il tizio si offre di andarci a prendere i bicchieri di plastica dal kebabbaro tirchio che non vuole darceli, ma nascondeteli, dice.

Poi in tutto questo tre aggressioni omofobe in quindici giorni, perché a Roma succede anche questo, e non sarà mica colpa di una birretta bevuta dopo le undici, secondo me, che se uno è testa di cazzo allora è testa di cazzo anche da sobrio, ma l'ordinanza contro le teste di cazzo Alemanno ancora non l'ha fatta, purtroppo.
venerdì 15 luglio 2011

Italia Wave 2011 - Diario di bordo

Si può tenere un diario di bordo dal soggiorno di casa? Ce sto a prova'. Ma stasera si va ai concerti.

L'ItaliaWave è finalmente ai nastri di partenza e io ho toccato il suolo patrio giusto in tempo, con tutte le buone intenzioni del caso. Ma le buone intenzioni non possono nulla contro tre ore di sonno, sei di treno e quaranta gradi all'ombra. Devo passare la mano per il Wake Up Stage di oggi. Poco male, visto che gli headliners, gli scoppiettanti apulo-albanesi La fame di Camilla, li abbiamo già visti e apprezzati meno di un mese fa a San Lorenzo Estate.

Come me hanno desistito in molti, a quanto pare: i primi dati sull'affluenza parlano di un inizio “senza il botto”. Gli organizzatori non avevano fatto i conti con l'afa salentina, probabilmente. Nel pomeriggio, infatti, allo Psycho Stage non va molto meglio. Sotto un sole cocente e non certo col pubblico delle grandi occasioni, gli Almamegretta quest'anno festeggiano i loro vent'anni di dub e lo fanno con tutti i crismi: la versione nostrana di Bob Marley, ovvero Marcello Coleman (parte americano e parte nopeo, il James Senese della voce) che non fa rimpiangere (beh, più o meno) Raiz, e il solito reggae raffinato, a dimostrazione che il napoletano si sposa bene coi suoi ritmi quanto il salentino (i cui portabandiera sono stati i Boomdabash, “figliocci” di quei Sud Sound System che sono fra gli headliners di oggi).

Questa giornata d'apertura dedicata al reggae (quasi a dire: “ce togliamo 'sto pensiero”), in omaggio alla Giamaica d'Italia, si chiude sul Main Stage coi padroni di casa, i Sud Sound System appunto, che regalano alla platea adorante uno dei soliti show infuocati, e soprattutto con uno dei padri del genere, l'attesissimo Jimmy Cliff, che non delude le attese e non si risparmia, scendendo persino dal palco a salutare il pubblico.

Il bilancio è tutto sommato positivo, ma si può crescere e si crescerà, dato che l' appuntamento domani è con Perturbazione, Bud Spencer Blues Explosion, Kaiser Chiefs, Paolo Nutini e molti altri.
giovedì 14 luglio 2011

Ritorni.

I Tre Allegri Ragazzi Morti dal vivo al cimitero del Verano (detta a voce alta fa molto ridere), ieri l'altro. Sagra di paese, notte della Taranta quasi in centro a Roma. Con la differenza che anziché il trecentesimo concerto di pizzica, ti ritrovi ad ascoltare una delle realtà più longeve e cazzute del rock indipendente italiano. Vabbé, una sera c'è stato anche Califano, ma vuoi mettere?

Non ho neanche fatto in tempo a salutare villa Torlonia.

L'ultima volta che ho preso questo treno, le colline erano verdi. Adesso sono gialle, punteggiate da balle di fieno. Mi godo queste ore con Bobo Rondelli nelle orecchie, ogni tanto butto un occhio al ragazzone che la sorte ha fatto sedere pochi posti più in là (ne vale la pena) o alla coppia di francesi che sono belli e commoventi. Si tengono per mano, si abbracciano, lui le bacia gli zigomi. Apparecchiano per il pranzo. Sono così belli e commoventi che mi strappano un sorriso e mi fanno sopportare persino la logorrea della suora beneventana che ha deciso di alzare la glicemia a tutto il vagone, offrendo dolcetti a destra e a manca.

Non posso dirmi sopravvissuta, perché non lo sono; dunque, è perfettamente inutile che mi ci atteggi. Per potermi dire sopravvissuta dovrei aver vissuto, e vissuto molto: e questo, certo, non è il mio caso. Per di più, non torno mai sulle sacre sponde malvolentieri; ma comincio ad avvertire la sensazione di precarietà tipica dei fuorisede, che il tetto che in genere hanno sopra la testa non è casa loro, e quella che lo era una volta adesso non lo è più. Ma neanche questa è una sensazione definitiva: perfino la mia precarietà è in fieri.

L'ItaliaWave è finalmente ai nastri di partenza e io ho toccato il suolo patrio giusto in tempo, con tutte le buone intenzioni del caso. Ma le buone intenzioni non possono nulla contro tre ore di sonno, sei di treno e quaranta gradi all'ombra. Per oggi passerò la mano. Anche perché la giornata reggae non è esattamente il sogno di una vita.

Certo che è inconcepibile che debba pregare le persone per farle venire a concerti gratuiti.

Intanto mi tengo stretti gli incontri importanti. Le epifanie sopraggiunte, credete alle coincidenze? Io ho capito che ho bisogno di "pensare" quello che faccio, di ponderare, che è una bella parola perché ha dentro pondus, peso. Il peso giusto delle cose. Non posso ingurgitare concetti come fossero popcorn e aspettare semplicemente di vomitarli in faccia a qualcuno. Non faccio ingegneria, io. Devo interiorizzare quello che studio, e per interiorizzare ci vuole tempo. So che il tempo nell'era del multitasking e del web 2.0 è un'utopia, ma anche solo il prendere tempo nella mia vita è un'utopia. Ci proveremo.

Non sto dicendo che domani smetto di studiare, sto dicendo che, probabilmente, studierò diversamente. Altrimenti facevo meglio ad andare a ingegneria, almeno - forse - non mi sarei ritrovata sotto un ponte.
venerdì 1 luglio 2011

Top vergognescion (cit.)

Sono costernata, ecco. Costernata è la parola giusta. Non ho neanche più la forza di reagire a questo bombardamento di notizie, che in qualunque altro Paese (e già in percentuali di molto inferiori) avrebbe mobilitato la popolazione intera - altro che indignados! - e qui invece ci sfiora e passa oltre... niente, siamo assuefatti, non reagiamo più agli stimoli? Come ci siamo ridotti?

  1. Vogliono zittire la Rete. Definitivamente. Ci avevano rinunciato, poi gli avvenimenti degli ultimi mesi l'hanno riportata prepotentemente sulle scene; tutti, anche i più ottusi, hanno compreso le potenzialità del mezzo: obiettivo primario è diventato metterla subito a tacere. Ma l'AGCom non dovrebbe "tutelare le comunicazioni"? E per tutelarle meglio le impedisce?
  2. La situazione economica italiana è disastrosa. L'occupazione giovanile è ai minimi storici, non c'è modo di assorbire i precari della scuola (ma soprattutto, non ci sarà modo di assorbire i laureati dal 2007 in poi), la "manovra finanziaria" tanto decantata non fa che rimandare le lacrime e il sangue al 2013 (quando presumibilmente ci sarà un governo di centrosinistra a fare il lavoro sporco - ma tanto nel 2012 il mondo finisce, dicono i Maya), le agenzie di rating ci danno per spacciati. Ma la priorità qual è, secondo le dichiarazioni rilasciate dal nostro premier al congresso del suo partito? La riforma della giustizia.
  3. A tal proposito (del congresso del partito, non della riforma della giustizia), Angelino Alfano è stato eletto ad una carica (il segretario di partito) non prevista dallo statuto, con una modalità (il plebiscito) non prevista dallo statuto (e che soprattutto non si vedeva dai tempi di zio Benito). Prima dichiarazione: "voglio il partito degli onesti". Poi però è andato a rassicurare Berlusconi.
  4. Il no della Lega al decreto sui rifiuti di Napoli (decreto che non risolve niente e che avrebbero dovuto varare giorni fa, per inciso) è incommentabile. Il sospetto che il ritardo nell'approvazione sia dovuto a un intento punitivo nei confronti dei napoletani e di De Magistris è forte. Il comportamento del governo in materia è semplicemente vergognoso.
  5. A Monti, rione storico di Roma, dei neofascisti del cazzo hanno ammazzato di botte un ragazzo, reo di cosa ancora non si è capito. Vi invito a camminare per le strade di Roma, un giorno di questi, nei pressi, che so, di piazza Vescovio (ma anche già piazza Bologna andrà benissimo), a Primavalle, all'Esquilino (dove c'è la sede di Casapound). Credetemi, è agghiacciante. Croci celtiche e slogan feroci ovunque. Mi fanno paura. Ma l'amministrazione comunale ha chiuso tutti e due gli occhi, anzi, di più: li copre, li appoggia. Adesso è complicato fermarli. Quindi, come risolvere il problema, secondo Alemanno? Semplice: vietando la vendita di alcolici dopo le 23. Non fa una grinza. Come se quando uno è testa di cazzo lo sia solo da ubriaco e non - soprattutto - da sobrio.
  6. Com'è misera la vita negli abusi di potere. Se le notizie che arrivano da Milano (un uomo pestato a morte dalla polizia) sono ancora tutte da verificare, quelle che arrivano da Torino sono verificate eccome: un gruppo di militari di stanza in val di Susa, infastidito dal vociare dei vicini di camera, ha deciso di porvi fine con i metodi a cui, evidentemente, è aduso: gas urticante e percosse. Peccato che i ragazzotti in questione fossero i Punkreas, non esattamente dei perfetti sconosciuti; e infatti a quanto pare i militari "hanno capito che eravamo una band anche abbastanza famosa e hanno cambiato subito atteggiamento minimizzando l’accaduto". Fosse stato un gruppo di ventenni, come sarebbe andata a finire?
  7. Dico, Biagio Antonacci dopodomani "suona" al Colosseo (sempre se je aprono). In quale Paese civile avrebbero permesso una cosa del genere?
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