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martedì 29 giugno 2010

Taricone, Dell'Utri, Berlusconi e tutto quello che oggi non saprete se guardate solo il tg1.

A parte che trovo discutibile la scelta di aprire sulla morte di un "attore" anziché sulla condanna in appello per mafia di un senatore della Repubblica.

Sì, avete letto bene. CONDANNA e MAFIA. Perché invece al tg1 si sono premurati di ripetere più e più volte la solita parolina che Minzolini ama tanto, ASSOLUZIONE, ma vi assicuro che non è così, intanto questi 7 anni per mafia "fino al 1992" (Andreotti-bis, scusate se linko Panorama ma non ho trovato altro) Dell'Utri se li becca, certo che è strano che abbia salutato i Graviano giusto il giorno prima della strage di Capaci. E mentre Marcellino gioisce (di cosa, dobbiamo ancora capirlo), colui che gioì a suo tempo adesso deve pensare a difendersi per l'ennesima volta da accuse gravissime. Finirà di nuovo tutto a cannoli e vino?

Per quanto riguarda l'eroe dei nostri tempi-sbarra-uomo di sani principi Pietro Taricone, oltre al fatto che sì, è una disgrazia, ma non stava esattamente portando il cane a pisciare nel parco (nel senso: il paracadutismo è rischioso, e piace proprio perché è rischioso, ma se lo pratichi devi sapere a quali rischi vai incontro), lo sapevate il perché di quest'ultimo lancio? Inaugurazione del gruppo di paracadutismo sportivo di Casa Pound. E se non sapete cos'è Casa Pound, ve lo spiego io: neofascisti del cazzo. Quindi almeno risparmiateci l'ennesima santificazione assolutamente fuori luogo.

E dulcis in findus (cit.), l'ennesima perla del nostro carissimo presdelcons figldiput che si crede l'uomo più simpatico e avvenente del mondo, e non è che un povero vecchio infoiato e demente che dovrebbe starsene a casa anziché andarsene in giro a farci fare figure di merda con l'universo creato: «Stamani in albergo volevo farmi una ciulatina con una cameriera. Ma la ragazza mi ha detto: "presidente, ma se lo abbiamo fatto un'ora fa...". Vedete che scherzi che fa l'età?». Sicuramente Ilvio soffre di mancanza di memoria. Infatti non si ricorda da dove arrivano i suoi soldi, non si ricorda di Mills, non si ricorda di molte cose che dice e poi smentisce il giorno dopo (deve avere la malattia di Al nel famoso film, povero il mio smemorato di Cologno!). Fortuna che buona parte degli italiani ha memoria ferrea (la maggioranza purtroppo no).

Ah, e intanto è arrivato il trentaduesimo (trentunesimo, trentatreesimo, oramai è difficile tenere il conto) suicidio nelle carceri italiane dall'inizio del 2010. Così, tanto per non perdere le buone abitudini.
sabato 19 giugno 2010

Flessibilità.

Mi pare che ormai il fallimento del '68 sia più che ufficiale.

Il boom economico, in questi tempi bui, è solo un ricordo.

Le donne che cercavano l'emancipazione sono passate direttamente allo stadio "bel soprammobile da sfoggiare con gli amici".

Gli studenti combattono per poter studiare, e la scuola è allo sfascio, mentre chi se lo può permettere si compra una bella laurea o va in un college americano. Intanto i fondi spariscono e le biblioteche chiudono e le tasse aumentano, e noi non ci possiamo fare niente.

I lavoratori si trovano a dover resistere alla terribile minaccia che va sotto il nome di DELOCALIZZAZIONE, a difendere con i denti diritti che sembravano ormai acquisiti e che i ricchi-sempre-più-ricchi cercano di spazzare via perché "i cinesi costano meno", e sono costretti ad accettare accordi disumani e se non lo fanno sono chiamati irresponsabili, è successo con Alitalia e con Termini Imerese e sta succedendo a Pomigliano, e poi la Fiat coi nostri soldi si compra la Chrysler, ma loro sono degli irresponsabili se non vogliono perdere il lavoro e se non accettano di guadagnare meno perché con meno di così è impossibile tirare avanti.

Piano piano, con la scusa della crisi, ci toglieranno tutto, e saremo punto e a capo.

Ci chiedono flessibilità. Ma è solo per buttarcelo meglio nel baugigi.
domenica 13 giugno 2010

http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=21045

Avanti il prossimo, come titola Metilparaben.
Non so a quanti siamo di preciso. So che a Lecce siamo a quota due in pochissimi giorni. E so anche il perché: i detenuti sono più del doppio di quanti il carcere ne potrebbe ospitare. E a Lecce comincia a fare caldo, molto caldo.

Non avete idea dell'effetto che può fare il caldo di qui. Riesce a farti impazzire. E quando sei costretto a condividere pochi metri quadri con altre due-tre persone, in celle magari rivolte a sud, quando non passa un filo d'aria, beh, è più facile perdere la testa.

Lo sapete chi sono "i comuni"? Sono quelli che hanno pochi anni da scontare, condannati per piccoli crimini, senza l'aggravante dell'associazione mafiosa. Sono la feccia del carcere, ignorata anche dai baroni dell'alta sicurezza. Sono "persone provenienti dall'emarginazione sociale (immigrati, tossicodipendenti, malati mentali) spesso fragili psichicamente e privi delle risorse caratteriali necessarie per sopravvivere al carcere".

I baroni sono gente "tosta", al carcere ci sono abituati, l'avevano messo in conto come possibilità e lo sopportano. I comuni no. E il sovraffollamento è più forte proprio nelle loro sezioni. Ecco perché è più facile che non ce la facciano.

Lo stanno urlando da mesi (Metilparaben e Ristretti Orizzonti e i sindacati di polizia penitenziaria), ma sembra di urlare nel deserto.

Già.


Campagna virale di Rocco Tanica.
venerdì 11 giugno 2010

Stronzate a casaccio.

  • Si avvisa la gentile utenza che importanti ricerche scientifiche di “qualche” anno fa hanno consentito la produzione di BAGNOSCHIUMA e DEODORANTI…

  • In effetti potevano infrascarlo un po’ di più il cartello dell’autovelox… come stava stamattina, c’era il rischio che qualcuno (tipo me) se ne accorgesse davvero ed evitasse la multa sullo scorrimento veloce deserto.

  •  Dovendo marcire in biblioteca causa libri SOLO IN CONSULTAZIONE (seppure siano disponibili in tremila copie in tutte le biblioteche universitarie), posso toccare con mano gli sprechi di cui il nostro governo ama riempirsi la bocca. Ad esempio, una struttura nuovissima e (potenzialmente) iperfunzionale come lo Studium è dotata di un geniale TETTO IN PLEXIGLASS che consente alla pioggia di cadere amabilmente sui tavoli della sala lettura (inondando libri studenti e soprattutto Mac da migliaia di euro) e al sole di creare un piacevolissimo effetto serra che crea un piacevolissimo tepore (contando che da noi ci sono già 35 gradi e le sessioni d'esame quasi non sono iniziate). Ah ovviamente l'aria condizionata è rotta. E gli scarichi dei bagni pure.
    GRAZIE Ronzino Limone.

  • Non parlo della legge bavaglio perché sto già cercando di abituarmi… sono una che le leggi le rispetta, io! (fragorose risate) No, a parte gli scherzi… di sicuro più di Berlusconi. Infatti resterò una poveraccia per tutta la vita. Poveri ma onesti, poveri fessi!

  • Il dottor Djembè è veramente un gioiellino. Per radio è già meraviglioso, ma in tv è una genialata. Bollani è davvero un istrione (oltre che – non dimentichiamolo mai – il miglior pianista italiano in circolazione). L’orario (le 23) perfetto per un jazz club. Gli ospiti, artisticamente straordinari e umanamente simpatici. La musica raffinata e l’umorismo anche. Peccato che, essendo il jazz una musica di nicchia (o di MICCHIA, citando l’esimio Checco Zalone, che è uno che ne sa), rai tre una tv di nicchia, lo stesso Dottor Djembè un programma di nicchia, dovesse diventare stabile lo guarderemmo in quattro. Ma io ci spero lo stesso.

  • I mondiali sono cominciati. No, casomai non ve ne foste accorti. Io non me n'ero accorta davvero, pensavo che le radiocronache della Gialappa's fossero andate a ramengo e quindi me ne stavo strasbattendo il giusto. Poi ho visto la luce. Un motivo ulteriore per rallentare la stesura della mia tesi, come non coglierlo a volo?
giovedì 10 giugno 2010

Senza parole.

Cioè, neanche ho cominciato e sono già a corto di argomenti (a meno che non si tratti di parlare dell'avvincente questione della metafonesi causata da -i finale, e anche lì sulla bozza della bozza della tesi non ho speso più di tre righe).

Accettansi proposte.

È giunta l'ora.

È giunta l'ora, già.
È giunta l'ora di cambiare piattaforma.
È giunta l'ora di sparare minchiate divulgabili anche su facebook senza doversi vergognare dei post scritti quando avevo quindici anni (ma senza doverli cancellare).
È giunta l'ora per perdere ulteriormente tempo che potrei dedicare ad attività più proficue (del tipo: scrivere la tesi, che ci avrei la consegna lunedì). A tal proposito: SAREBBE giunta l'ora di laurearsi.
Ma soprattutto: è giunta l'ora di smettere di piangersi addosso.
Per quello c'è sempre l'altro blog.

Piesse: giungerà anche l'ora di cambiare questo tristissimo template di default, prima o poi.
Arripiesse: presto giungerà anche l'ora che lo abbandonerò, questo blog. Come tutti gli altri d'altronde, tranne Quello del quale però non sarà mai svelato l'url.
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